La Donna del Futuro: da Valentine de Saint Point a Edda Ciano – 2 Parte

IL MANIFESTO FUTURISTA DELLA LUSSURIA
Valentine de Saint Point

Nel Manifesto futurista della Lussuria Valentine ribadisce con forza che

La Lussuria, concepita fuor di ogni concetto morale e come elemento essenziale del dinamismo della vita, è una forza e per una razza forte non più un peccato capitale, al pari dell’orgoglio.

È l’unione carnale, quali si siano i segreti che uniscono gli esseri; è la sintesi sensoria e sensuale di un essere per la maggior liberazione del proprio spirito.

Un essere forte deve realizzare tutte le sue possibilità carnali e spirituali. La Lussuria è pei conquistatori un tributo che loro è dovuto. Dopo una battaglia nella quale sono morti degli uomini, È NORMALE CHE I VINCITORI, SELEZIONATI DALLA GUERRA, GIUNGANO FINO ALLO STUPRO, NEL PAESE CONQUISTATO, PER RICREARE DELLA VITA.

L’ARTE E LA GUERRA SONO LE GRANDI MANIFESTAZIONI DELLA SENSUALITA’; LA LUSSURIA È IL LORO FIORE.

E come “la Lussuria spingeva spietatamente gli uomini primitivi alla vittoria, per l’orgoglio di portare alla donna i trofei dei vinti, così oggi spinge grandi uomini d’affari che dirigono le banche, la stampa, i traffici internazionali, a moltiplicare l’oro per magnificarne l’oggetto della loro lussuria: la donna è ugualmente il grande principio galvanizzante al quale tutto è offerto.

La lussuria è per gli eroi, pei creatori spirituali, per tutti i dominatori, l’esaltazione magnifica della loro forza; è per ogni essere un motivo di superarsi col semplice scopo di selezionarsi, d’esser notato, d’esser scelto, d’essere eletto. Sola, la morale cristiana succedendo alla morale pagana, fu portata fatalmente a considerare la lussuria come una debolezza.

Invita a cessare DI SCHERNIRE IL DESIDERIO, l’attrazione ad un tempo sottile e brutale di due carni, qualunque sia il loro sesso, di due carni che si vogliono, tendendo verso l’unità, e a distruggere I SINISTRI STRACCI ROMANTICI, margherite sfogliate, duetti sotto la luna, tenerezze pesanti, falsi pudori ipocriti.

BISOGNA ESSERE COSCIENTI DAVANTI ALLA LUSSURIA. Bisogna fare ciò che un essere raffinato e intelligente fa di sé stesso e della propria vita; BISOGNA FARE DELLA LUSSURIA UN’OPERA D’ARTE fatta d’istinto e di coscienza.

E la coscienza della Lussuria permette, guidati dall’intuizione e dalla volontà e valutate la sensibilità e le sensualità, di non accoppiare e non compiere se non quelle che possono completarsi ed esaltarsi.

La sentimentalità segue le mode, la lussuria è eterna. La Lussuria è pel corpo ciò che lo scopo ideale è per lo spirito: la Chimera magnifica, sempre afferrata mai presa, e che gli esseri giovani e quelli avidi, inebbriati di lei, inseguono senza posa.

Tamara De Lempicka, La Bella Rafaela, 1927

Il Movimento Futurista, così complesso ed articolato, non si limita a dare scandalo per i suoi Manifesti in cui perfino le donne si permettono di parlare pubblicamente di temi “sconvenienti” per il comune senso del pudore ma da tempo ritiene ineludibile il momento di influire in maniera ancor più decisa nella società.

Il passo è deciso: formare un partito nel 1918 subito dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, per la quale i Futuristi, con Marinetti in testa, si erano distinti tra gli interventisti a favore dell’entrata in guerra dell’Italia (stessa linea tenuta per la presa della Libia nel 1911 alla quale partecipò lo stesso Marinetti) coerentemente con il concetto che la guerra è la sola igiene del mondo.

Ma diventano anche l’anello di congiunzione con il movimento dei reduci, in particolare degli Arditi, e di tutti coloro che denunciavano la vittoria mutilata toccata all’Italia al tavolo della Conferenza di Pace di Parigi.

Inevitabilmente già nel 1919 il Partito Politico Futurista intreccia i suoi destini con un movimento fondato da un ex attivista socialista, ex direttore del quotidiano L’Avanti, cacciato per la sua posizione interventista che condivideva con i Futuristi: I Fasci di Combattimento fondati da Benito Mussolini.

I Futuristi parteciparono attivamente alla formazione ideologica dei Fasci di Combattimento salvo poi prenderne le distanze nel momento in cui l’embrione del futuro Partito Nazionale Fascista inizia a prendere posizioni più filo padronali e reazionarie rispetto all’imprinting originario antimonarchico e anticlericale .

Ma sicuramente nei primi tempi il contributo futurista a plasmare l’identità fascista fu determinante, anche nella partecipazione agli scontri contro socialisti e anarchici rea a loro dire di non aver sostenuto la guerra.

Un legame plasticamente rappresentato da una futurista, Margherita Sarfatti, di origine ebraica, amica e mecenate di artisti e letterati, oltre che di Benito Mussolini, con il quale intreccia una lunga relazione e che dal 1926  farà  parlare di sé grazie alla pubblicazione di Dux, la nota biografia da lei scritta per plasmare l’immagine umana e allo stesso tempo “classica” e inarrivabile di Benito Mussolini, che da quella pubblicazione diviene per tutti il Duce.

Nel settembre dello stesso anno un articolo apparso su Novella la definisce

la donna più famosa del tempo dopo la Regina Elena e Direttrice di una rivista politica, presidentessa di comitati, membro di commissioni artistiche d’avanguardia.

Nello stesso articolo, con il consenso della stessa Sarfatti, viene pubblicata una fotografia scattata qualche anno prima, in modo da mostrare pubblicamente la sua collezione futurista.

Con quegli scatti la madrina di Novecento, il movimento artistico del 1922 visto come sviluppo di un Futurismo ormai agli sgoccioli e a cui parteciparono i più grandi artisti futuristi tra i quali Mario Sironi, da lei ritenuto e promosso come l’ideale successore di Boccioni (morto nel 1916) nel futurismo pittorico, vuole evidenziare il suo ruolo di talent scout e critico di lungo corso (d’altra parte sostiene il talento di Boccioni già nel 1909 quando ancora il pittore non era pienamente apprezzato).

Definita l’alter ego femminile di Marinetti, entrambi poliglotti, benestanti e con un debole per la cultura francese, si propongono già dagli inizi del secolo come figure chiave nel mondo letterario e culturale milanese incarnando la figura del moderno organizzatore culturale che si muove a proprio agio su più fronti: dall’editoria al giornalismo, dalla critica d’arte e letteraria alla curatela e promozione dei migliori talenti sulla scena nazionale.

Per la scrittrice non doveva essere intaccata la linea del tutto personale e autonoma già intrapresa dai futuristi

che si proclamavano sì, figli dei grandi impressionisti francesi, da cui comincia l’era dell’arte moderna: ma che però pretendevano svolgere la filiazione secondo una logica di sviluppo proprio

e più precisamente di derivazione dal Divisionismo italiano incarnato da Giovanni Segantini.

Viene ritratta da Boccioni nell’opera l’Antigrazioso (1912) in cui, in totale sintonia con l’ideale Futurista di rottura dei stereotipi estetici, rappresenta una nuova femminilità più potente e virile così come venne declinata da Valentine de Saint Point, peraltro conosciuta personalmente dalla Sarfatti.

Umberto Boccioni, l’Antigrazioso, 1912

Ma il legame fascismo/futurismo può essere rappresentato nuovamente da un’altra donna che sembra aver improntato la propria vita ai dettami del Manifesto della donna futurista della Saint Point: Edda Mussolini in Ciano, più comunemente Edda Ciano.

CONTINUA….

Leave a Comment

it_IT